A cura di Carlo Bosco
La fondazione delle società di mutuo soccorso coinvolse, nella seconda metà del XIX secolo, quasi tutti i Comuni del Piemonte. Nella zona collinare alla destra del Po, nel 1852 fu fondata, a Gassino Torinese, la Società Operaia Agricola di Mutuo Soccorso, seguita da analoghe iniziative a Castiglione Torinese nel 1868 e a Rivalba nel 1869. Pochi anni dopo, anche i lavoratori del Comune di San Raffaele, al quale con Regio Decreto del 13 dicembre 1817 era stato accorpato il Comune di Cimena, poterono fruire dei vantaggi di un organismo di solidarietà comune. Il 1° novembre 1881 fu infatti istituita una società fra operai e agricoltori denominata “Società Agricola Operaia”.
L’attività della Società Agricola Operaia di San Raffaele Cimena inizia il 13 novembre 1881 con la deliberazione dello statuto sociale. Massiccia è la partecipazione della cittadinanza: all’iscrizione aderiscono ben 218 cittadini, circa uno per ognuna delle famiglie locali. Una cifra considerevole se rapportata ai 1580 abitanti registrati del censimento di quell’anno.
Il primo presidente e depositario dello statuto è Francesco Suppia, segretario Claudio Rovetti, Vice Presidenti Michele Bosso e Gioachino Cristino. Viene inoltre attribuita la presidenza onoraria al Deputato al Parlamento Conte Ignazio Thaon di Revel che sulle colline sanraffaellesi viene spesso a ritemprarsi dagli impegni politici.
I lavoratori che desideravano essere ammessi alla società dovevano presentare una domanda d’ammissione al consiglio d’amministrazione che ne vagliava l’idoneità. Vagliata e definita l’iscrizione, i soci erano impegnati a versare mensilmente una quota corrispondente a circa mezza giornata di lavoro (nei primi anni si trattava di 60 centesimi di lira). Ciò garantiva loro tutti i vantaggi previsti dal regolamento interno della società ovvero di un sussidio giornaliero in caso di temporanea inabilità al lavoro, dell’assistenza del medico-chirurgo convenzionato, di una sovvenzione annua per vecchiaia o per definitiva inabilità.
Dopo un buon inizio, la Società Agricola Operaia di San Raffaele Cimena non riuscì a superare indenne un difficile periodo di inizio ‘900 probabilmente per divergenze di vedute tra i membri dell’amministrazione. Certamente non per motivi economici perché il capitale sociale nel 1904 era di 746 lire, cifra di tutto rispetto. La chiusura dell’attività è da attribuirsi al periodo 1906-1908.
Una parte dei soci si attivò immediatamente per la costituzione di un nuovo sodalizio con analoghe finalità, l’Unione Rurale Cattolica, chiaramente ispirata alla fede cristiana.
Tuttavia l’attività di questa nuova società, ufficialmente fondata il 2 febbraio 1908, fu di breve durata, minata da evidenti dissidi di carattere politico all’interno del direttivo. Alle burrascose elezioni comunali del 1910 e ai successivi strascichi polemici ne conseguì un’inevitabile scissione tra gli amministratori, in modo particolare tra quelli residenti in collina e quelli della Piana, la borgata di pianura che gradualmente si stava ingrandendo. E proprio tra questi casolari nel 1911 fu fondata, da un gruppo dissidente dell’Unione Rurale Cattolica, l’Unione Agricola Operaia. Come presidente fu eletto uno dei fondatori, Giovanni Casale. La sede fu stabilita alla casa detta “del Ninu”, all’inizio dell’attuale via San Bernardo. Vi aderirono, con modalità simili a quelle dell’antica Società Agricola Operaia, oltre un centinaio di soci.
La storia di questa associazione, la più antica tra quelle tuttora operative di San Raffaele Cimena è quella di un organo che ha saputo seguire abitudini e tendenze che si sono avvicendate negli anni. A questo proposito va sottolineata la genialità dei vari amministratori designati a gestire la metamorfosi dell’identità societaria resa necessaria dal sopraggiunto ammodernamento della mutua assistenza, gestita non più localmente ma in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. A questo ne è seguito un diverso orientamento dell’Unione Agricola Operaia che di fatto si è convertita in associazione a scopo ricreativo e di cooperazione economica, con la stesura di nuovi statuti nel 1955 e nel 1993.
L’elemento di rilievo dell’intera storia della società è l’acquisto della “Casa Ciresa” in piazza Moie, avvenuto con rogito notarile del 5 agosto 1956, tutt’ora sede sociale e centro ricreativo con bar e ristorazione. L’acquisto di uno stabile di proprietà ha consentito nel corso degli anni l’organizzazione di un’infinità di iniziative come gare a bocce, a carte, gite. L’intera storia sociale è stata raccolta in un libro diffuso nel 2011 in occasione del centenario della fondazione, intitolato “Un secolo di storia”.
Da ricordare i presidenti che si sono alternati alla guida del sodalizio: su tutti spicca per il lungo corso Franco Casale, presidente per 33 anni, dal 1988 al 2021, seguito da Giovanni Crovella con 22 anni di presidenza e Luigi Casale con 12. Oltre a questi e al fondatore Giovanni Casale, la presidenza della società è stata affidata ad altri undici sanraffaellesi. L’attuale presidente è Massimo Genovesio, in carica dal 2021.