{"id":78,"date":"2023-01-07T14:34:24","date_gmt":"2023-01-07T13:34:24","guid":{"rendered":"http:\/\/sanraffaelecimena.retedellacollinatorinese.it\/?page_id=78"},"modified":"2023-07-28T10:10:03","modified_gmt":"2023-07-28T08:10:03","slug":"4-il-convento-delle-suore-missionarie-del-sacro-cuore-a-villa-jaggi","status":"publish","type":"page","link":"http:\/\/sanraffaelecimena.retedellacollinatorinese.it\/index.php\/4-il-convento-delle-suore-missionarie-del-sacro-cuore-a-villa-jaggi\/","title":{"rendered":"4. Il convento delle Suore Missionarie del Sacro Cuore a Villa Jaggi"},"content":{"rendered":"\n

A cura di Carlo Bosco<\/strong><\/p>\n\n\n\n

La congregazione delle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Ges\u00f9 fu fondata nel 1880 da Francesca Saverio Cabrini, santificata nel 1946 da papa Pio XII. La prima casa fu aperta a Codogno con il compito di assistenza agli orfani ma con l’ambizione di aprirsi verso orizzonti missionari in terre lontane, in Cina soprattutto. Inizialmente l’attivit\u00e0 della congregazione si orient\u00f2 all’assistenza dei numerosi emigranti italiani in America. Stati Uniti e Argentina in modo particolare.<\/p>\n\n\n\n

Nel corso della sua vita, Madre Cabrini (Sant’Angelo Lodigiano 1850 \u2013 Chicago 1917) apr\u00ec in tutto il mondo una cinquantina di case tra cui quelle di Torino e di San Raffaele grazie al lascito di due sorelle, Maurizia e Giulia Jaggi figlie di un industriale di Torino, le quali, entrando a far parte dell\u2019Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore, avevano deciso di offrire le loro propriet\u00e0, un palazzo a Torino e la villa di villeggiatura a San Raffaele, ad un’opera umanitaria di grande beneficio.<\/p>\n\n\n\n

L’apertura delle due case avvenne nell’anno 1900, dapprima quella di Torino e poi quella di San Raffaele che inizialmente dipendeva dalla casa torinese.<\/p>\n\n\n\n

Si ha notizia che Madre Cabrini, il 16 aprile 1900, luned\u00ec dell’Angelo, si rec\u00f2 personalmente a San Raffaele per prendere possesso del fabbricato e per farsi un’idea sulla futura destinazione. In quell’occasione indic\u00f2 quel luogo come la casa per ospitare le suore malate in quanto vi aveva trovato l’aria particolarmente salubre. Inizi\u00f2 cos\u00ec una storia durata novantaquattro anni, fino al 1994, anno in cui a causa di una devastante frana parte dell’edificio, crollato sulla sottostante villa, fu reso inservibile.<\/p>\n\n\n\n

In tutto questo lungo periodo si alternarono numerosissime suore, molte delle quali per brevi periodi di riposo, altre per l’ultimo periodo di vita terrena, mentre altre ancora trascorsero molti anni tra queste colline con umili mansioni molte volte rivolte ai pesanti lavori della campagna circostante, compresa la stalla in cui vi tenevano alcune mucche. Ben presto la comunit\u00e0 delle Suore Missionarie si aggreg\u00f2 alla popolazione locale e si dispose a innumerevoli servizi a beneficio di tutti. Tra questi il catechismo impartito ai fanciulli, la preparazione ai sacramenti, la scuola di ricamo rivolta alle ragazze del paese, i preparativi nella chiesa parrocchiale per le varie funzioni. Alla fine degli anni ’50, in seguito alla donazione di un ampio locale nel borgo di San Raffaele, aprirono un asilo per i bambini, contribuendo alla loro educazione e sollevando i genitori impegnati nel lavoro quotidiano.<\/p>\n\n\n\n

Nel corso degli anni l’edificio donato dalle sorelle Janni fu pi\u00f9 volte ingrandito separando i reparti che ospitavano le suore malate secondo il tipo di assistenza necessario. Alcuni locali furono inoltre destinati ad ospitare ritiri ed esercizi spirituali.<\/p>\n\n\n\n

Da ricordare che negli anni della seconda guerra mondiale la casa di San Raffaele costitu\u00ec un sicuro rifugio per le suore di Torino per sfuggire ai bombardamenti della citt\u00e0 che da questi colli appariva, nelle notti pi\u00f9 tragiche, come un immenso fal\u00f2.<\/p>\n\n\n\n

A ricordo della presenza di questa comunit\u00e0 rimane un pilone con gli stemmi della famiglia Jaggi e delle suore Missionarie del Sacro Cuore. All’interno della chiesa di San Raffaele Madre Cabrini \u00e8 ricordata con un affresco. E nel locale cimitero ancora tante croci a ricordare una presenza che nessuno tra queste colline vorr\u00e0 mai cancellare.<\/p>\n\n\n\n